I 7 chakra e lo sviluppo psicologico dell’essere umano

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I 7 chakra e lo sviluppo psicologico dell’essere umano

Arte di essere di Marc Candoli
Pubblicato da Mar Candoli · 8 Febbraio 2024
Tags: i7chakra
 
Il termine chakra deriva dal sanscrito e significa “ruota” ed infatti in questi punti di unione psico-fisica si creano energie vorticose, con moti precisi di entrata e di uscita, che dinamizzano e irradiano costantemente intorno all’individuo animandone la coscienza e dirigendola.

I chakra non appartengono al corpo fisico, poiché essi vibrano ad un livello più alto, che è quello del corpo energetico eterico, per questo motivo non possono osservarsi con una visione normale.
La comprensione della loro esistenza e delle loro caratteristiche è nota sin dai tempi antichi ed è stata il risultato degli studi derivati dalle antiche tradizioni, dove la pratica costante delle energie - attraverso tecniche di meditazione o esercizi specifici di yoga - ha consentito di sviluppare la cd. “visione sottile”.  Tali conseguimenti sono oggi confermati dalla scienza moderna, che inizia a disporre di strumenti capaci di misurare e visualizzare i campi energetici dell’essere umano.  
Secondo le tradizioni iniziatiche i chakra sono collegati al sistema endocrino, nel senso che ogni ghiandola risulta legata ad uno specifico chakra, del quale costituisce una sorta di controparte fisica.   
Il risveglio (cioè l’apertura) di un chakra corrisponde sul piano iniziatico a tappe ben precise dello sviluppo e dell’espansione della coscienza umana e il blocco (cioè un disturbo del suo flusso energetico, che si può tradure in una iperattività o ipoattività) si manifesta generalmente come uno stato di crisi interiore, con connotazioni proprie di quel particolare centro energetico e che può sfociare - sul piano somatico - in patologie della ghiandola endocrina di riferimento o degli organi che quel particolare chakra influenza o anche, nei casi di malfunzionamento più serio, in disturbi della personalità.
La difficoltà nello studio e nella comprensione di questo argomento nasce dal fatto che, in qualche modo, occorre fidarsi delle trattazioni e delle descrizioni di altri, ricorrendo cioè ad antiche tradizioni e culture, così lontane dai nostri modi di vita moderni, che per prime e da tanti secoli avevano scoperto, tramite l’esperienza della pratica, la reale esistenza di questi centri energetici e il loro funzionamento.  
Si tratta di una raffinata scienza interna, che presuppone il raggiungimento di uno stato di quiete e serenità a tal punto profonde da permettere alla coscienza di dilatarsi rispetto alla sensazione materica corporale e percepire così il flusso delle correnti che animano la “materia umana”, che la dirigono e la plasmano in un costante scambio tra l’essenza stessa dell’essere umano vivente e l’energia cosmica.
Una particolare manifestazione di quel contatto tra l’essenza dell’uomo con tutte le sue potenzialità innate e l’intelligenza cosmica sono proprio i chakra.
Aiutati dalle esperienze descrittive – spesso simboliche (perché ci muoviamo sul terreno della coscienza e non solo in quello dell’intelletto) – di chi ha esplorato questi campi della vera manifestazione umana possiamo trovare spunti per maturare nuove connessioni, per prestare più attenzione a certi fenomeni e intuizioni e per darci il permesso di lasciare uno spazio in noi per qualcosa di ancora non conosciuto, che non possiamo vedere con i due occhi fisici, ma solo con tutti i nostri sensi uniti e resi neutri dalla quiete e dal silenzio dello spazio del cuore. Così i vortici si mostreranno e noi inizieremo a percepire il loro muoversi e, progressivamente, la loro funzione e i loro molteplici significati, come pagine progressive che si aprono o, meglio, come petali che dischiudono il profumo del fiore.   
La descrizione seguente, molto sintetica (e certamente parziale nell’esposizione) sarà dedicata ai sette centri energetici principali, ai sette chakra delle tradizioni. L’intento è di fornire spunti di riflessione e meditazione per avvicinarci alla loro percezione.
Ciascuno si “attiva” in maniera particolare con le diverse fasi di età della persona in cicli di 7 anni. Ciò significa che in quei periodi le caratteristiche del chakra saranno più marcate e percepibili, con la conseguente opportunità per la persona di integrare gli aspetti collegati a quel centro.  
Sinteticamente, il primo chakra, detto chakra radice, è collegato al bisogno di sicurezza, il secondo, detto sacro, va invece collegato alla procreazione, il terzo, detto solare, alla longevità, il quarto, detto cardiaco, alla partecipazione e allo scambio, il quinto, detto laringeo, va associato alla conoscenza, il sesto, detto frontale, all’auto-realizzazione e infine il settimo, detto coronale, va collegato al desiderio di unione, unione con il divino.  
Di seguito viene proposta una breve descrizione dei sette chakra.
 

 
PRIMO CHAKRA Muladhara chakra (centro della radice).
Più attivo dal 1° al 7° anno e dal 49° al 56°. Associato al colore rosso, il colore che insieme al viola limita lo spettro della luce visibile, infatti oltre al rosso da un lato e al viola dall’altro, l’occhio umano è incapace di vedere, dunque il rosso sta al confine tra il mondo visibile e la realtà invisibile. Il rosso per questa sua caratteristica simboleggia l’incarnazione, spingendo l’individuo a focalizzare le sue energie sullo sviluppo del suo io personale, che è la base per una crescita spirituale che si fonde sulla conoscenza del sé. È il colore dell’interiorità, è il colore del sangue e del magma per la terra che scorrono nel profondo e donano e trasportano la vita. Viene associato alla dinamicità.
Ha sede intorno al punto del perineo, esso si apre verso il basso.  
Con il chakra sacrale e con quello solare forma la cd. triade inferiore, che è responsabile della costituzione del sé personale (ego). Esso è il luogo di radicamento e di ancoraggio della dimensione spirituale in quella corporale. Il suo sviluppo armonico, sul piano psicologico, nel bambino è legato al rapporto con la madre, che genererà poi nell’adulto un solido senso di sicurezza interiore e di oggettività alla realtà. È collegato al diritto fondamentale di esistere.   
Governa i piedi e gli impulsi di muoversi verso il suolo, influenza i bisogni primari, le funzioni dell’escrezione e tutto ciò che è solido nel corpo, come le ossa, i denti e le unghie. Regola la parola e il senso dell’odorato ed ha quale controparte fisica le ghiandole surrenali. È la fonte della forza vitale ed è la radice del piano fisico. L’elemento legato al primo chakra è la terra.  
L’apertura, cioè il buon funzionamento di questo centro, si traduce in un'attitudine al piacere verso il lavoro fisico e manuale e in un atteggiamento laborioso propenso a coltivare la perseveranza. Il suo blocco o ipoattività, vale a dire la non armonizzazione di questo centro, si tradurrà in paure, mancanza di energia vitale e poca centratura. L’iperattività di questo chakra genera invece forme di cupidigia (nel senso di tendenza ad accumulare) sia sul piano materiale che sul piano intellettuale fino all’egoismo, all’avarizia e all’egocentrismo.   
  
SECONDO CHAKRA Swadhisthana chakra (centro sacrale).  
Più attivo dal 7° al 14° anno e dal 56° al 63°. Associato al colore arancione. Il colore arancione è il risultato della mescolanza del colore rosso, collegato simbolicamente al piano materiale e del giallo invece associato al piano mentale – spirituale, rappresentando così la potenza creatrice dell’interazione tra la materia e lo spirito. Tale colore è perciò legato alle forze genetiche, alla fecondità, alla sessualità e a tutte le pulsioni istintive che ne derivano. È il colore di maggiore visibilità, che capace di richiamare l’attenzione a sé.    
Situato circa tre dita circa sotto l’ombelico, è associato al senso del gusto ed è collegato all’elemento acqua. Le gonadi (i testicoli e le ovaie), in quanto ghiandole endocrine, ne costituiscono la controparte fisica. Il suo sviluppo, sul piano psicologico, nel bambino è legato al rapporto con il genitore di sesso opposto e nell’adulto al piacere, alla sessualità e alla capacità di lasciarsi andare. È collegato al diritto fondamentale a sentire e a provare piacere. Il risveglio di questo chakra è intimamente legato allo sviluppo dell’io personale e alla valorizzazione di sé stessi. Ciò implica il processo di conoscenza di sé attraverso la relazione con l’altro e soprattutto la capacità di attuare le cd. “scelte costituenti” (è infatti attuando delle scelte che ci affermiamo, ci valorizziamo e ci differenziamo dagli altri), che sono quelle in sintonia con la nostra vera natura e non con l’approvazione familiare o sociale.    
È il centro della creatività, delle energie sessuali e delle emozioni primordiali allo stato puro, regola tutti i liquidi come il sangue, la linfa e i succhi gastrici.  
Questo centro permette di catturare, per poi assimilare, l’energia vitale necessaria al mantenimento del corpo fisico. Governa le relazioni interpersonali, più che altro quelle con il sesso opposto; il suo buon funzionamento permette il controllo delle pulsioni sessuali ed è responsabile della vitalità sessuale.  
La disarmonia del centro determina una personalità molto influenzabile, possibilità di cali energetici e senso di tristezza. L’iperattività è responsabile di disturbi della sessualità come ossessioni, propensione alla pornografia, ninfomania e lussuria. L’ipoattività di questo chakra è responsabile della mancanza di piacere nella vita e di desiderio sessuale, anorgasmia e impotenza.   

 
TERZO CHAKRA Manipura chakra (centro solare).
Più attivo dal 14° al 21° e dal 63° al 70° anno. Associato all’elemento fuoco e al colore giallo, colore che brilla, che ci fa percepire il corpo come un’irradiazione dello spirito; simboleggia la luce che l’uomo emana, la maturità e la padronanza di tutte le dimensioni che formano la personalità.   
Situato all’altezza dello stomaco, è abbinato al sistema digestivo (stomaco, milza, cistifellea, fegato) e al sistema nervoso autonomo. Regola il senso della vista.
Il pancreas, in quanto ghiandola endocrina, ne costituisce la controparte fisica. È collegato al diritto fondamentale all’autoaffermazione.
Il suo sviluppo naturale nel bambino è legato al rapporto con il padre. Questo centro è legato allo sviluppo dell’io personale (cioè la persona diviene capace di affermarsi e di esprimersi con pienezza) e il suo buon funzionamento conferisce capacità di entrare in relazione con gli altri con senso di discernimento, integrità e trasparenza, ciò che genera nell’adulto carisma e potere personale.
È legato al diritto ad autoaffermarsi. L’acquisito di fiducia nelle proprie facoltà conferisce alla persona una natura fiera, leale capace di accogliere le sfide importanti e di portare a termine i progetti.  
Il funzionamento disarmonico produce una tendenza all’insoddisfazione e alla superficialità: l’individuo cerca in tutte le direzioni, senza riuscire ad individuare obiettivi e a trovare appagamento. La sua Iperattività genera aggressività, rabbia, giochi di potere, iperattività e megalomania. L’ipoattività invece porta una tendenza alla sottomissione, alla bassa autostima, all’immaturità, all’ansia e ad una difficoltà o incertezza nell’agire.  

 
QUARTO CHAKRA Anahata chakra (centro cardiaco).
Più attivo dal 21° al 28° e dal 70° al 77° anno. Associato al colore verde. Il colore verde è sempre stato legato al processo della trasmutazione, pensiamo ad esempio alla fotosintesi, ed è simbolo di rigenerazione; è il colore per eccellenza della primavera. Viene associato alla dimensione del femminile, dell’accoglienza.  
Situato al centro del petto, è collegato alla parte superiore della schiena, al torace e alla parte bassa dei polmoni. Influenza la ghiandola del timo (che ne è la controparte fisica), controlla il senso del tatto, governa il sistema circolatorio, il sistema locomotorio, la respirazione e la deglutizione ed è associato all’elemento aria.
Il chakra del cuore può essere considerato come il centro dell’intero sistema dei chakra, in quanto collega i primi tre centri, fisici ed emotivi, ai tre chakra superiori, mentali e spirituali. Il suo sviluppo nel bambino è associato al rapporto tra madre e padre, che, se armonico, produce in età adulta empatia, apertura e fiducia. Il diritto fondamentale al quale lo possiamo associare è quello ad amare e ad essere amato.   
Questo centro è funzionale al passaggio della persona verso un livello di coscienza diverso, nel senso che, grazie alle qualità personali acquisite con l’espansione dei primi tre chakra, essa può iniziare ad aprirsi all’altro con un atteggiamento di dono e servizio (cioè senza l’idea di contropartita e con un profondo senso di rispetto per le caratteristiche e le qualità dell’altro); in sostanza, l’altro cessa di essere un prolungamento narcisistico di noi stessi così che la persona acquisisce pienezza, diviene capace di un’esistenza autonoma e perciò diviene davvero amabile.   
L’iperattività di questo centro può provocare nella persona la sensazione di essere deprivata o invasa nei rapporti con gli altri e un atteggiamento di richiesta verso l’altro per la soddisfazione dei propri bisogni, o anche attaccamento ed eccesiva preoccupazione per il prossimo. L’ipoattività provoca freddezza emotiva, anaffettività, insensibilità, indifferenza e cinismo.  

 
QUINTO CHAKRA Vishudha chakra (centro laringeo).
Più attivo dal 28° al 35° e dal 77° al 84° anno. Associato al colore blu (azzurro). L’azzurro è un colore endodermico e centripeto, poiché fa parte dei colori freddi ed è considerato assorbente e dunque associato alla dimensione del femminile, che incarna la capacità di mettersi all’ascolto dell’ambiente circostante. È un colore che evoca immensità e la trascendenza, è il colore del cielo. In alcune antiche tradizioni (in primis quella Tibetana) evoca la saggezza ed è anche il colore della verità, che libera dalle illusioni e permette di raggiungere il grande vuoto liberando la coscienza dai limiti del tempo e dello spazio.  
Si trova alla base della gola tra la fossetta giugulare e la laringe ed è collegato alla tiroide, che ne è la sua controparte fisica. Controlla il senso dell’udito, la pelle, la bocca e la respirazione. Il diritto fondamentale al quale è associato è quello ad esprimersi e l’elemento al quale è legato è il suono.
Il suo sviluppo per il bambino è legato al rapporto con gli altri (quindi parenti, amici e insegnanti) che, se è stato armonico, porterà la persona in età adulta ad avere una soddisfacente e competente capacità comunicativa e di espressione di sé in ogni ambito, senza maschere, con un’attitudine di completa fiducia nell’altro senza necessità di barriere e protezioni e senza necessità di acquisire delle certezze al suo riguardo (accettando così l’incertezza inevitabile che l’altro è un essere libero e può comportarsi, quindi, in maniera del tutto imprevedibile).  Questa apertura totale comporta una messa a nudo della persona, che permette di trascendere l’istinto di sopravvivenza e, in questo modo, accedere ad un nuovo ordine di cose.   
La comunicazione, autentica e aperta, è veicolata attraverso la parola, che acquisisce così molta forza e grande capacità di persuasione. Ne risulta accresciuta anche la percezione intuitiva, in quanto chi si apre all’altro diviene a sua volta più ricettivo.
L’ipoattività del centro laringeo determinerà nella persona la difficoltà ad esprimere pienamente pensieri e sentimenti ed a stabilire relazioni di scambio basate sull’integrità e sulla trasparenza, rimanendo pervasa dal dubbio e dal timore di essere oggetto di critiche e di ostilità da parte degli altri: la persona perderà la coerenza delle proprie azioni rispetto alle intenzioni e ai sentimenti e resterà privata di qualsiasi potenzialità creatrice e ciò porterà ad una difficoltà a socializzare; invece unaiperattività di questo chakra è responsabile di un linguaggio elaborato e logorroico e di una tendenza all’iper-razionalità.    

 
SESTO CHAKRA Ajana chakra (centro frontale).
Più attivo dal 35° al 42° e dal 84° al 91° anno. Associato al colore indaco. Il colore indaco è connesso alla notte e la notte, nella prospettiva della psicanalisi e delle scienze misteriche, richiama l’inconscio, la realtà più profonda, ciò che è nascosto e invisibile nell’essere umano. L’indaco viene anche considerato, in alcune antiche tradizioni, il colore dell’ispirazione elevata e della tramutazione.
Ha sede sulla fronte, sopra la radice del naso tra le sopracciglia. È collegato alla ghiandola ipofisi, che ne è la controparte fisica. È associato al volto, occhi, orecchie e naso e al cd. sesto senso. Il diritto fondamentale correlato è quello alla chiarezza e all’elemento luce.
È la sede delle più elevate facoltà mentali, della memoria e della volontà, che con l’armonizzazione del centro vengono via via permeate dalla particolare virtù di sapere riconciliare i contrari, abbandonando posizioni di confronto e dualistiche (conciliando passato, presente e futuro, alleando maturità e giovinezza nella visione del mondo e nei comportamenti, gestendo sempre meglio le dimensioni maschili e femminili della personalità). Nello sviluppo del bambino è associato al rapporto con l’immaginario e con la meraviglia, che nell’adulto genererà chiarezza e un forte senso dell’intuizione.  
Il risveglio di questo centro conduce l’uomo a saper irradiare la potenza dell’amore nato dalla relazione autentica con l’altro ed a diventare consapevoli dello stretto legame che unisce tutte le creature, avvertendo un senso di comunione e attenzione verso i particolari bisogni di chi ci circonda (senza annullare la nostra individualità e le nostre qualità proprie). La persona è portata a maturare un senso sempre più profondo di compassione universale e di perdono, in quanto diviene consapevole che la sua piena e completa liberazione è collegata a quella degli altri.  
L’ipoattività di questo centro porta la persona a non essere in contatto con il proprio spirito interiore ed a farsi influenzare da valori esterni, imitando e identificandosi in correnti di pensiero e mode del momento. Avrà così tendenza a scontrarsi con l’altro, perché vedrà in lui la diversità e non la complementarietà e coltiverà atteggiamenti asociali o ostili, ritirandosi in una sorta di megalomania intellettuale o spirituale, volta alla costante ricerca di affermazione a scapito degli altri, con una perdita del senso della bellezza e con confusione sul vero senso delle cose. La sua iperpulsazione invece può portare l’individuo a vivere in un mondo illusorio fatto di sogni e fantasie.  

 
SETTIMO CHAKRA Sahasrara chakra (centro coronale).
Più attivo dal 42 al 49° e dal 91° al 98° anno. Associato al colore viola. Questo colore evoca spiritualità e saggezza, sintonizzarsi su di esso consente di abbandonare ogni forma di razionalità e logica. Simboleggia l’illuminazione e la ricerca dei significati più profondi della vita. Nella tradizione cristiana è il colore del pentimento e del raccoglimento. È la tonalità delle vesti delle liturgie usate durante i periodi di purificazione e cioè l’avvento e la quaresima. Il viola stimola la creatività e la concentrazione.
Detto anche il chakra della corona, si trova sulla sommità della testa e ha come controparte fisica la ghiandola epifisi (detta anche pineale). Come il Chakra di base collega l’individuo alla Terra, questo centro ci mette in contatto con le Energie Cosmiche, con il nutrimento spirituale. Da esso scaturiscono le più alte energie umane e il suo risveglio corrisponde all’apertura della coscienza ai piani invisibili e sottili: è il centro del misticismo e della spiritualità, quello stato in cui l’individuo diviene capace di distaccarsi dal "mondo" e di evolvere liberamente in qualunque situazione si trovi, anche se a lui sfavorevole in quanto sa rimanere “ispirato” e sorretto dall’intuizione. L’elemento al qual è legato è il silenzio, inteso come silenzio interiore e cioè il contatto con la parte autentica e più profonda di sé, quella parte che è oltre la mente; il diritto fondamentale cui è collegato questo centro è il diritto al sapere, quel sapere universale ed eterno al quale accedono e ricercatori del divino.  
Nello sviluppo del bambino è associato al rapporto reverenziale e armonico con la natura, che nell’adulto genera un profondo senso del divino, la connessione e la fiducia nell’energia universale. La sua iperattività nelle persone genera difficoltà a comprendere e a gestire le differenze tra i piani sottili e quelli materiali. Facilmente si entra in mondi illusori e con conseguente difficoltà a cogliere le differenze tra realtà e fantasia; porta a vivere il mondo come astrazione e, nei casi più gravi, potrà produrre allucinazioni, dogmatismo o ossessione religiosa, fino al sentirsi investiti da una missione spirituale, che può sfociare in stati deliranti. L’ipoattività di questo centro generalmente produce aridità spirituale, individualismo e una mancanza di senso verso l’esistenza.         

 
Conclusioni
L’argomento meriterebbe una trattazione certamente più approfondita, che comunque non potrebbe esaurirsi in un testo scritto: originandosi dalla dimensione spirituale questi centri ne racchiudono l’essenza, pertanto il loro significato e le loro funzioni si percepiscono davvero, e gradatamente, solo predisponendosi ad uno stato meditativo e di quiete. Cessati i rumori mondani possiamo permetterci di iniziare ad ascoltare ed intravvedere le forme di energia spirituale da cui siamo circondati e dalle quali siamo costantemente ed amorevolmente nutriti.    
                                   

 
 Marc Candoli



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